Al prezioso lavoro di Magno Aurelio Cassiodoro (Squillace 490-573) e dei monaci e studiosi ospitati presso il "Monasterium vivariense", di sua fondazione, si deve la trascrizione di antichi manoscritti sia latini che greci e, dunque, la conservazione di un cospicuo retaggio culturale dell'antichita`. In epoca bizantina (VI sec.-1060), l'elemento greco riacquista nuova importanza, tanto da far pervenire alla "neo ellenizzazione" della Regione. La neo ellenizzazione della Calabria si deve principalmente ai monaci di San Basilio: questi ultimi, per sfuggire alla persecuzione araba, dalla Siria e dall'Egitto nel VI secolo e dalla Sicilia nel IX, trovarono riparo nella nostra Regione e qui diedero vita a importanti comunità conventuali, tra le quali la famosa Mercurion - tra Orsomarso, Aieta e il fiume Lao - a cui e` strettamente legato il nome del santo basiliano Nilo da Rossano.
Allo stesso San Nilo si deve, inoltre, la fondazione del Monastero di San Adriano.
Conventi, monasteri e cenobi erano, in quell'epoca, sede di studiosi interessati alla ricerca, alla trascrizione degli antichi codici e alla conservazione della civilta` greca e della cultura regionale. Tra i manoscritti risalenti a tale periodo, il piu` prezioso è il "Codex purpureus rossanensis", custodito a Rossano e stilato su una pergamena colorata di porpora in caratteri di oro e argento. Sul piano artistico, preziosi gioielli architettonici sono, sicuramente: il Battistero di Santa Severina, la Cattolica a Stilo e il San Marco a Rossano.
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